IDROCELE

Chirurgia Pediatrica

Cosa è l'idrocele?

Per idrocele si intende la presenza di liquido a livello scrotale. Esso Può accumularsi per la persistente pervietà del dotto peritoneo-vaginale, un "canale" di comunicazione tra la cavità addominale e lo scroto, che durante la vita fetale permette la discesa del testicolo dalla cavità addominale, dove si forma, alla sua sede definitiva intrascrotale. Intorno al VII mese di gravidanza il dotto peritoneo-vaginale dovrebbe iniziare a chiudersi, per poi completare il processo dopo la nascita, per tale ragione questa patologia è più frequente nei piccoli nati prematuri.

Questa raccolta liquida può presentarsi in due maniere, ovvero:

  • Idrocele comunicante, in tal caso il dotto è completamente pervio e consente il passaggio del liquido sia dall’addome verso lo scroto, che in direzione opposta, generando delle riduzioni o degli incrementi volumetrici della raccolta di liquido;
  • Cisti del funicolo, in tal caso l’accumulo di liquido non si trova all’interno dello scroto, ma lungo il funicolo spermatico (ovvero quel cordoncino costituito da vasi spermatici, nervi e dotto deferente e che decorre all’interno del canale inguinale) ed è avvolto da un "sacchetto" costituito da una zona pervia del dotto peritoneo vaginale.

Ricordiamo inoltre che una patologia analoga la possiamo avere anche nelle femminucce, essa prende il nome di Cisti di Nuck, e rappresenta una raccolta liquida al livello del canale di Nuck (così viene chiamato il dotto P-V nelle bambine), ovvero quel canale che consente il passaggio del legamento rotondo, mezzo di fissità dell’utero, fino alle grandi labbra.

Idrocele comunicante
idrocele comunicante
Cisti del funicolo
cisti del funicolo

Quali sono i sintomi?

L’idrocele si manifesta come una tumefazione in sede scrotale, di consistenza molle-elastica, non dolente, ricoperta da cute normale, che può subire delle variazioni di volume, nei casi di idrocele comunicante, nell’arco della giornata.

Come si giunge alla diagnosi?

La diagnosi è fondamentalmente clinica e si basa sulle informazioni date dai genitori, e sull’esame obiettivo, e quindi sull’ispezione e la palpazione. Altra manovra utile da eseguire, è la transilluminazione scrotale, ovvero ponendo una luce a contatto con la cute della porzione posteriore dello scroto interessato, essa sarà visibile sulla cute della porzione anteriore; ciò è possibile in quanto il contenuto liquido dell’idrocele, permette la trasmissione della luce, evento impossibile nel caso di contenuto non liquido, come accade nell’ernia inguino-scrotale.

Si può eseguire un’ecografia della regione inguinale, per valutare la pervietà del dotto peritoneo-vaginale controlaterale e per valutare la concomitante presenza di contenuto erniario.

Quando e perché è necessario l'intervento chirurgico?

Il trattamento chirurgico viene eseguito solitamente dopo i 24 mesi di vita, in quanto durante questo periodo di tempo, spesso si giunge alla risoluzione spontanea. Nei casi di persistenza dell’idrocele, sarà invece necessario eseguire l’intervento chirurgico, per evitare che l’idrocele possa aumentare di volume o possa creare delle anomalie alla funzionalità del testicolo.

In cosa consiste il trattamento chirurgico?

Il trattamento dell’idrocele prevede una piccola incisione di circa 3 o 4 cm, in sede inguinale attraverso cui si isola e lega il dotto e si svuota la raccolta liquida dello scroto.

Quanto tempo deve rimanere il bambino in ospedale?

Il piccolo rimane in ospedale, per qualche ora, in quanto potrà essere dimesso nella stessa giornata del trattamento chirurgico.

Quale sarà  la qualità  di vita del bambino?

Il piccolo avrà una qualità di vita del tutto analoga a quella della popolazione sana.